Per Simone Corsi il 2014 poteva essere il suo miglior anno in Moto2, invece il fato ci ha messo lo zampino e tutti i sogni si sono infranti sull’asfalto di Silverstone. Un incidente innescato da Folger e la frattura dell’ulna sinistra e dei legamenti estensori della mano. “Dalla tv sembrava una semplice caduta, ma mi sono accorto subito che qualcosa non andava”, ricorda il romano che anche quest’anno correrà con il team Forward.
Purtroppo hai avuto ragione. Dopo due interventi, ora come stai?
“Molto meglio, il braccio va bene anche se la mano mi restituisce ancora sensazioni un po’ strane. La prima operazione l’ho avuta a fine agosto e il 21 dicembre mi sono sottoposto a un’altra. Mi avevano inserito una vite nel polso che mi dava fastidio e l’abbiamo tolta”.
Sei già risalito in sella?
“Il 7 gennaio, appena mi hanno levato i punti. Però qualche giro, nel cortile di casa, l’avevo fatto anche con il gesso, avevo bisogno di sentire il rumore del motore (ride). Ho guidato sia la moto da cross che da motard e posso dire di stare bene”.
C’è ancora qualche problema?
“Per quanto riguarda la forza no, per la mobilità sì. I medici mi hanno detto che è normale, per guarire completamente da certi infortuni ci vuole tempo. Sto continuando a fare terapia tutti i giorni e piano piano va meglio”.
Non deve essere stato facile affrontare uno stop così lungo.
“All’inizio pensavo soprattutto alla mia salute più che a tornare in moto. Ero un po’ preoccupato, quando a settembre ho levato il gesso, dopo una ventina di giorni dall’operazione, non riuscivo neppure a muovere un dito ma i medici mi hanno tranquillizzato. Con il passare dei giorni, poi, incominciavo a scalpitare per tornare a guidare”.
Dovevi farlo a Valencia, nell’ultimo GP.
“Mi ero allenato per esserci, ma ho preferito pensare al futuro, al 2015. Era meglio non forzare i tendini”.
Quando tornerai su una moto in circuito?
“Il 7 e l’8 febbraio a Vallelunga. Devo ringraziare l’Autodromo che mi permetterà di provare nei giorni di libere. Sto parlando con la squadra e vedremo se potranno mettermi a disposizione una Moto2 della scorsa stagione. È una bella opportunità, la pista è vicino a casa e voglio approfittarne. È un po’ quello che fa Rabat ad Almeria”.
Quello di Tito è un esempio da seguire?
“Direi proprio di sì, anche perché con una Moto2, che monta un propulsore di serie, è una cosa che si può fare. Con la 125 o la 250 era più difficile. Gli spagnoli si allenano così, loro sono anche avvantaggiati dal clima e dall’avere a disposizione più circuiti. Lo farò anch’io, provare tre o quattro volta al mese sarebbe importante. Prenderò comunque parte anche ai test IRTA di Valencia e Jerez”.
Come vedi questa stagione?
“Sarà un monopolio Kalex quindi mi aspetto un campionato molto equilibrato e competitivo. Rabat sarà l’uomo da battere, ma ci saranno anche da tenere d’occhio Luthi, Aegerter e Kallio. Senza dimenticarsi dei due debuttanti Alex Marquez e Rins”.
Anche tu sarai su una Kalex.
“Partiremo con il telaio 2014 e da Jerez dovremmo avere il 2015. Sono tranquillo e fiducioso, con la squadra mi trovo bene e l’anno scorso stavamo andando bene prima di dovermi fermare”.
In Moto2 ti manca ancora la vittoria.
“Non vinco dal 2008, speriamo che quest’anno arrivi. Dobbiamo solo lavorare bene, la squadra e io crediamo in questo progetto”.
Non ti sei fatto incantare dalle sirene della MotoGP dopo averla provata?
“L’obiettivo è fare il salto di categoria, soprattutto dopo averla guidata. Voglio concentrarmi prima su questa stagione, fare bene e raccogliere podi e vittorie, poi passare in MotoGP. Lì il livello è altissimo ma penso che con i nuovi regolamenti, nel 2016, le prestazioni saranno più livellate”.
Hai più parlato con il team per qualche altro test sulla Yamaha?
“Dopo l’infortunio abbiamo messo da parte questo discorso. Però due moto ci sono, magari ci sarà un’altra occasione per provarle se la meriterò in pista”.